VALBRENTA. La concessione approvata dal Genio civile di Vicenza 
A Pian dei Zocchi, si riutilizzerebbe un impianto dismesso negli anni Sessanta. La richiesta risale al 1995. Il sindaco di Valstagna: «Il fiume a rischio»

 

 

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22/07/2011 giornale di vicenza - francesca cavedagna

A giugno il Genio civile di Vicenza ha approvato la concessione di una derivazione d'acqua del fiume Brenta, ad uso idroelettrico, richiesta dalla ditta Crestani nel luglio del '95. La nuova centrale si andrebbe a sommare alle cinque già attive sul fiume, che, se da un lato rappresentano un'importante risorsa energetica per la comunità, dall'altro creano impatti ambientali rilevanti. Per quella in progetto, che in parte riutilizzerebbe un impianto dismesso negli anni '60, le contestazioni si concentrano sui pregiudizi per la fauna ittica, sulle limitazioni delle molte attività sportive fluviali e di pesca praticate nella zona, insieme all'interferenza con la realizzazione del progetto di variante della Ss 47 Valsugana. La nuova centrale dovrebbe sorgere in località Pian dei Zocchi, a San Nazario, ma questa volta la Valle non ci sta. Sono molte, infatti, le ditte e gli enti (i Comuni di Valstagna e San Nazario, la Comunità Montana del Brenta, il Canoa club kayak Valstagna insieme a diverse associazioni di pesca sportiva) pronti ad esporre un ulteriore ricorso, a sollecito delle osservazioni ed opposizioni già presentate negli ultimi anni, per impedire la realizzazione della centrale.
«Siamo contrari alla centrale - spiega Angelo Moro, sindaco di Valstagna - per motivi ambientali, turistici e sportivi: danneggerebbe tutte le attività In acqua. Il fiume Brenta, per la nostra valle, è una risorsa indispensabile, non possono togliercela». 
Dal 2009 i Comuni della Valle hanno aderito al Pati (il Piano di assetto territoriale intercomunale), approvato da Provincia e Regione. In esso si prevede il divieto di costruzione di nuovi impianti idroelettrici, che non siano di pubblica utilità. «Non vedo alcuna utilità pubblica - commenta Angelo Moro - in quest'opera, in quanto la richiesta è stata fatta da un privato, pertanto immagino che "privati" saranno i proventi».
A sostegno dell'opposizione al progetto interviene anche Ivan Pontarollo, mecenate della maggior parte delle attività sportive praticate sul fiume Brenta. «È ora di finirla di espropriare il territorio. Riteniamo grave che, per pochi Kw, vengano sotterrati cinquant'anni di storia e risultati agonistici fluviali, che hanno portato anche una vittoria olimpica, mentre si cancella un turismo fluviale unico in Veneto. Se pensiamo all'utilità di tale operazione, mi viene da ridere constatando che l'investimento di Crestani gli sarà rimborsato dallo Stato, e quindi da noi, in 8 anni, mentre lo stesso Crestani potrebbe ottenere gli stessi Kw investendo nel fotovoltaico. Otterrebbe lo stesso risultato, lasciando il fiume intatto». 
Tra un mese il ricorso collettivo dovrà essere presentato, solo dopo settembre si conosceranno le sorti di utilizzo del fiume che mai, come questa volta, unisce la Valbrenta.