VALBRENTA. Il Comune di Valstagna propone un’unica sede e chiede un protocollo d’intesa tra tutte le Amministrazioni
La diminuzione delle iscrizioni porterà alla chiusura dei plessi
«Una sola sede per eliminare gli sprechi e puntare sulla qualità»
Francesca Cavedagna - Giornale di Vicenza 27/01/2012

Dopo il passaggio dalle direzioni didattiche agli istituti comprensivi dell’ultima finanziaria, che prevede l’accorpamento delle dirigenze di elementari e medie, le scuole della Valbrenta si trovano oggi a fare i conti sia con il numero degli iscritti, in grave diminuzione, che con i dati dei nuovi nati fino al 2011, nei quali si riscontrano numeri ancora più sconsolanti.
Le nuove disposizioni prevedono per le istituzioni scolastiche nei comuni montani un minimo di 500 alunni.
L’istituto “Bombieri” ( composto dai plessi scolastici di Valstagna, Campolongo, San Nazario, Cismon e Solagna), contando 504 alunni complessivi, sarebbe dunque a rischio. Lo scorso novembre, però, il Comune di Pove ha scelto di accorpare le sue scuole (346 iscritti) all’istituto comprensivo valligiano, incremento che ha dato alle Amministrazioni della Valle la possibilità di lavorare insieme per trovare soluzioni d’emergenza, mirate a frenare l’emigrazione degli alunni, cercando di garantire la continuità dei cicli di studio, attraverso l’analisi delle strutture scolastiche finalizzata al raggruppamento e dislocamento dei diversi corsi scolastici.
Le strutture in Valbrenta non mancano: otto i plessi attivi, valorizzati da importanti investimenti, a Pove, Solagna e Valstagna. La scelta da affrontare è importante ma divisa tra le misure urgenti e quelle lungimiranti. Perché se oggi, in quasi tutti i plessi, gli iscritti non mancano, i dati demografici dimostrano che in pochi anni la diminuzione delle nascite metterebbe a rischio la sopravvivenza di plessi separati, costringendo il “Bombieri” a un necessario riassetto che potrebbe tradursi in due diverse realtà: un polo unico o il raggruppamento degli alunni in un minor numero di plessi.
Gli amministratori valligiani si sono nuovamente riuniti per cercare di trovare una soluzione al problema. «Il percorso che porterà la Valle ad un unico polo è una scelta coraggiosa - sottolinea Paolo Cavalli, consigliere comunale di Valstagna - ma è l’unica possibile.
Tutte le soluzioni di emergenza che si stanno attuando devono essere transitorie ai fini di questa realizzazione, che consentirebbe un notevole risparmio nei costi di gestione e garantirebbe il servizio scolastico anche a tutti i futuri iscritti».
D’accordo anche il sindaco Angelo Moro.«Auspico un incontro tra tutti i sindaci per la formulazione di un protocollo d’intesa che miri al polo unico. La situazione di emergenza va affrontata, ma la soluzione a lungo termine è quella di riunire l’eccellenza delle scuole della Valbrenta in un unico polo di qualità».
Valerio Costa, assessore dello stesso Comune e consigliere in Comunità montana, rincara la dose: «Sono anni che parlo di polo unico. Finora abbiamo perso tempo. La soluzione per il futuro è aumentare la qualità e diminuire le spese. Già oggi i costi di manutenzione dei plessi sono fuori controllo. Un’unica struttura diminuirebbe drasticamente gli sprechi di denaro e si autofinanzierebbe ».
Altri amministratori sembrano meno ottimisti sulla possibilità di reperire finanziamenti per realizzare il polo.
«Dobbiamo lavorare con una visione lungimirante, ma nel frattempo è necessario governare il presente - commenta Giovanna Donazzan, assessore a Pove-. Oggi, con il governo tecnico, non sarebbe possibile trovare i finanziamenti, quindi dobbiamo ragionare su soluzioni attuabili».
«Siamo in emergenza - sottolinea Diego Andolfatto, assessore della Comunità montana del Brenta -: dobbiamo garantire la sopravvivenza dei plessi di Pove e Valstagna. Accorpando le scuole medie si potrebbe garantire la continuità ai cicli di studio e aumentare l’offerta formativa».
Scuole e studenti, tutti i numeri
Solo Valstagna e Pove hanno i “conti” in regola.
La situazione delle scuole in Valbrenta è meglio comprensibile esaminando il numero di studenti per ciascun comune.
Secondo la riforma, le classi delle elementari devono essere costituite da un numero di alunni non inferiore a 15 e non superiore a 26.
I limiti attualmente non sono rispettati da alcune classi del plesso di Solagna (75 alunni complessivi), San Nazario (68 alunni complessivi) e Cismon (con 32 alunni, divisi in multi classi).
Sempre secondo la riforma, le scuole medie devono essere composte da classi con non meno di 18 alunni e non più di 27.
Solagna è nuovamente a rischio con 46 alunni totali, mentre Valstagna rispetta i numeri con 140 iscritti.Le scuole povesi contano 202 alunni per le scuole elementari e 144 alunni per le scuole medie.
Nel frattempo, però, i nuovi nati in Valbrenta risultano in netto decremento, e questo costituisce una “spada di Damocle” sulla sopravvivenza dei plessi.
F.C.