Chiusa la scuola media di Cismon, in sofferenza materna ed elementare, l’obiettivo del sindaco è riutilizzare per fini didattici il vecchio magazzino tabacchi di Carpanèdi Gianni Celi
L'emigrazione massiccia dell'ultimo dopoguerra ha impoverito non poco i Comuni della Vallata del Brenta. A questo esodo s'è poi aggiunto, con il passare degli anni, quello dovuto al trasferimento di tanti residenti nei centri più industrializzata del Vicentino o del Veneto. A tutto questo va aggiunto un dato, che interessa l'intera nazione, e che riguarda la crescente diminuzione delle nascite. A farne le spese sono quindi alcuni servizi alla popolazione a cominciare dalle scuole. Cismon, ad esempio, ha visto chiudere, proprio lo scorso anno, la scuola media e si trova a fare i conti con una scuola elementare destinata anch'essa nel tempo a chiudere. Basti pensare che, attualmente, vi sono nel complesso 31 alunni così suddivisi: otto in prima, tre in seconda, sette in terza, sei in quarta e sette in quinta. Per capire cosa è successo e quali siano le prospettive per il futuro parliamo con il sindaco, Luca Ferazzoli. «Lo scorso anno - esordisce - avevamo il problema della scuola media che abbiamo affrontato con la massima apertura. Appena eletto mi sono trovato con i nuovi parametri inseriti nella legge Gelmini relativamente al numero degli studenti, recepiti in parte dalla Giunta regionale su proposta dell'assessore Elena Donazzan con una revisione per le scuole di montagna. Ci siamo dati da fare perché la scuola rimanesse aperta, pur consapevoli del fatto che i numeri E alla scuola elementare com'è la situazione? «Per quanto riguarda le scuole elementari il numero degli alunni è più consistente, ma si tratta sempre di una scuola con pochi alunni (una trentina). Faremo delle verifiche con il direttore didattico, ma quest'anno avremo sei alunni in uscita ed altrettanti in entrata per cui, dal punto di visto numerico, non vi sono grossi problemi. C'è anche qui una pluriclasse, ma non sulle materie fondamentali. È certo però, e mi assumo la responsabilità di quello che dico, che dobbiamo guardare al futuro con una nuova mentalità». Com'è l'andamento delle nascite e della popolazione a Cismon? «La situazione è preoccupante, non possiamo negarlo. Si pensi che abbiamo avuto due nuovi nati lo scorso anno e due l'anno precedente e che la popolazione era composta di 1078 abitanti nel 2006 e che ora è abbondantemente sotto i mille. Questi sono dati oggettivi a prescindere da qualsiasi considerazione di carattere politico. Noi cercheremo di resistere per quanto riguarda le elementari però continuiamo a coltivare il sogno di un polo scolastico di valle perché ci rendiamo sempre più conto che o ragioniamo nella logica di un unico progetto scolastico che abbracci tutta l'Asta del Brenta da Cismon a Pove oppure non ci sono sbocchi. Il problema delle nascite non riguarda soltanto Cismon, ma tutti gli altri Comuni della Vallata, quindi stiamo ben attenti a non essere costretti a trasferire i nostri alunni tutti o a Bassano o a Feltre. Cismon non si trova su un cocuzzolo di una montagna per cui non penso che quei quattro o cinque minuti che dividono il paese da Carpanè crei grossi disagi. Politicamente parlando ritengo poi che la soluzione di un polo scolastico a Carpanè sia la migliore perché si andrebbe a scuola in una frazione di San Nazario, non in Comune di Valstagna, né di Cismon, quindi anche per coloro che amano i campanilismi sarebbe la cosa migliore da fare». Voi avete anche una scuola materna, e lì come va? «Altra nota dolente è quella relativa alla scuola materna, problema anche questo che interessa tutti gli asili della Vallata. Noi attualmente abbiamo una ventina di bambini, ma l'asilo è parrocchiale e qui si apre una voragine specie dopo i tagli di contributi posti in atto dal Governo». Si apre anche qui la possibilità di portare i bambini in altre strutture della Vallata? «Sicuramente non è un problema che sarà affrontato domani. Nei tre anni che ci mancano cercheremo di fare di tutto per tenere qui elementari e scuola materna, ben sapendo però che la prospettiva è la creazione di questo polo scolastico". E come sta evolvendo la situazione per poter disporre del vecchio magazzino tabacchi di Carpanè inutilizzato ormai da troppi anni e che volete trasformare in polo scolastico? "Siamo in contatto con l'on. Manuela Lanzarin e stiamo seguendo l'iter per arrivare all'assegnazione. Già abbiamo colto un bel risultato nel vederlo inserito fra i beni del Demanio da dismettere. Il passaggio del tabacchificio dal Patrimonio Spa, che lo aveva stimato vendibile per due milioni 700 mila euro, al Demanio dello Stato, grazie alla Lanzarin e al sen. Franco, è stato importante. Noi adesso abbiamo fatto richiesta perché entri a far parte di quell'elenco di beni del federalismo demaniale che ci permetterebbe di entrarne in possesso. Sarà poi la Comunità montana del Brenta o il Comune di San Nazario a richiederlo, poco importa».
Se questa struttura vi sarà assegnata cosa intendete farne? «Anzitutto, come le dicevo prima, un polo scolastico importante per tutta la vallata, ma anche una cittadella dei servizi. Nel momento in ci venisse assegnato senza esborsi di sorta si penserà a chiedere i contributi necessari per la sua riconversione da magazzino tabacchi a centro scolastico».
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Cismon in crisi di alunni: Si pensa al Polo scolastico per la Vallata
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