«Nuova Valsugana nascosta ai sindaci»
LA POLEMICA Ferazzoli, presidente della Comunità Montana, ribatte alle dichiarazioni di Vernizzi «La Regione ha tenuto i Comuni all’oscuro».
Romano d’Ezzelino, nasce un comitato civico "contro" la strada (fonte: il gazzettino del 10/01/2012)
BASSANO - Non ribaltiamo le carte sul tavolo. I sindaci sono stati tenuti all’oscuro ed è inutile cercare di dire il contrario. Questa, in sintesi, la risposta che Luca Ferazzoli, presidente della Comunità Montana del Brenta, gira a Silvano Vernizzi, commissario delle grandi opere venete in merito alla Nuova Valsugana.
Giorni fa Vernizzi aveva dichiarato al Gazzettino che i sindaci conoscevano il tracciato.
Ferazzoli ribatte punto per punto, ricordando che la stessa giunta regionale non ha tenuto fede alla sua delibera che prevedeva di coinvolgere le amministrazioni locali prima di passare il progetto al Nucleo di valutazione regionale.

PRESIDENTE Luca Ferazzoli, della Comunità Montana, ribatte a Vernizzi:
NUOVA VALSUGANA Dopo le dichiarazioni del commissario Vernizzi parla Luca Ferazzoli
«Comuni tenuti all’oscuro» - «La giunta regionale stessa aveva previsto di consultarci prima del Nuvv. Cosa non accaduta»
Dopo le dichiarazioni al Gazzettino del commissario straordinario alla Spv, Silvano Vernizzi, secondo il quale «non è vero che i sindaci non abbiano visto il tracciato globale prima dell'ultimo incontro in Regione», non per innescare nuove polemiche, ma per la correttezza nella cronologia degli eventi, il sindaco di Cismon e presidente della Comunità montana del Brenta, Luca Ferazzoli, puntualizza: «Tutto parte dalla delibera della giunta regionale del 19 gennaio 2010 in cui, testualmente, si prevedeva che "In ogni caso, prima dell'esame, da parte del Nucleo di Valutazione e Verifica degli Investimenti (Nuvv) della Regione Veneto, della proposta prescelta per la eventuale dichiarazione del pubblico interesse, l'assessore alle Politiche della Mobilità e Infrastrutture sottoporrà l'analisi del tracciato agli enti locali interessati dallo stesso". Eventualità che non si è verificata, nonostante i nostri continui solleciti, sia all'assessore, che al presidente Zaia».
Solo grazie all'interessamento dell'assessore Donazzan è stato fissato un appuntamento con Chisso, «ove apprendevo che il progetto individuato dalla commissione per la valutazione delle proposte - prosegue Ferazzoli - era già stato inviato al Nuuv, contrariamente a quanto previsto in delibera». Alle comprensibili rimostranze, veniva assicurata una convocazione, non seguita dai fatti e, aumentando le voci sull'autostrada, «lo scorso 25 agosto tutti i comuni della Valle hanno scritto al presidente Zaia, ribadendo la necessità di un incontro e rilevando l'inadempimento alle prescrizioni della delibera della giunta». L'assessore ha convocato i sindaci interessati: San Nazario, Solagna, Romano, Cassola e Rossano, per quanto attiene all'area bassanese.
«Io come sindaco del comune di Cismon e presidente della Comunità montana, ed i sindaci di Valstagna, Campolongo e Pove non siamo stati invitati, - insiste Ferazzoli. - Abbiamo protestato e abbiamo ottenuto di poter andare il pomeriggio. Mentre San Nazario e Solagna sono andati al mattino e hanno potuto vedere, limitatamente al loro territorio, l'opera nei dettagli, al pomeriggio ci è stata fatta vedere solo una linea su una cartina da Castelfranco fino a Pian dei Zocchi. Non mi è stato consentito di vedere alcun dettaglio».
Nello stesso incontro, Ferazzoli ha esposto le sue preoccupazioni per la realizzazione di un’autostrada in Valsugana, affermando di ritenere più idonea la soluzione Valdastico. «In quella sede mi è stata proposta una nuova soluzione, prospettata la mattina dal comune di San Nazario e del tutto diversa da quella che era stata individuata dalla commissione: non più viadotti, ma tunnel unico con entrata a Romano e uscita a Cismon». Progetto quindi stravolto dall'idea originale. «Ho ritenuto tutto ciò offensivo. Non potevo vedere i progetti in quanto soggetto non interessato - sbotta il sindaco cismonese - ma stavo diventando soggetto interessato dal percorso su segnalazione altrui». In pratica erano state cambiate le carte in tavola ed il gioco prevedeva giocatori diversi da quelli di prima. «Dovevamo, quindi, dare un parere su un progetto giudicato vincente o su un altro del tutto diverso? È legittimo chiedersi: l'opera parte da Castelfranco, passa per Cassola, si immette a Romano con una serie di viadotti, per uscire a Pian dei Zocchi; oppure passa per Mussolente, entra a Romano tutta in tunnel ed esce a Cismon del Grappa?».
«Il punto sta qui - prosegue Ferazzoli -: abbiamo comuni che hanno operato per spostare l'opera sui territori altrui e altri che, non essendo formalmente interessati, si trovano a dover tutelare il loro territorio dopo la dichiarazione di pubblica utilità. Le amministrazioni erano andate in fibrillazione, si chiese di fermarsi un attimo per valutare un'autostrada, le soluzioni migliori in entrata e uscita, ragionare con il Trentino per non creare un tappo tra Primolano e Cismon e per valorizzare la ferrovia. - Nulla di tutto ciò si è fatto e si è dichiarata la pubblica utilità fuori sacco».
Anche per quanto riguarda Romano non sarebbero tutte rose e fiori. È nato in questi giorni il Comitato Civico Valsugana, con lo scopo di colmare le lacune informative sulle reali conseguenze del passaggio della nuova arteria nel territorio ezzelino.