NUOVA VALSUGANA. Dopo le richieste di integrazioni al progetto, le reazioni degli amministratori locali e dei comitati
Carsismo e rischio idrogeologico sotto la lente della commissione Moro: «L'iter è solo rallentato, attendiamo i documenti ufficiali»

Il temporaneo “stop” dato dalla commissione Via nazionale al progetto di finanza Nuova Valsugana ha inevitabilmente scatenato accese reazioni sia in Valbrenta che nel Bassanese e diverse Amministrazioni comunali già ieri hanno chiesto chiarimenti alla Regione. In attesa del documento ufficiale, che probabilmente verrà stilato a breve e quindi inviato ai tecnici del pool di aziende proponenti, il contenuto delle integrazioni trapela da alcune dichiarazioni dei sindaci, che sembrano confermare almeno le criticità del progetto legate alla conformazione carsica del massiccio del Grappa e il rischio idrogeologico, caratteristico di alcuni punti interessati dal tracciato, già particolarmente sensibili a frane e smottamenti. Una circostanza che venne già evidenziata anche in diverse interrogazioni presentate da Amministrazioni locali e singoli cittadini. Il compito delle commissioni Via, siano esse nazionali o regionali, è esclusivamente finalizzato a esprimere e redigere un parere sull'impatto ambientale. In questo caso sembra che le integrazioni richieste ai tecnici delle aziende promotrici riguardino approfondimenti sui problemi che potrebbero presentarsi sia in fase di costruzione che di fruizione, con attenzione particolare per la conformazione carsica del Grappa e la nota pericolosità idrogeologica. «La Regione ha confermato che c'è stata una richiesta di integrazioni - spiega Angelo Moro, sindaco di Valstagna -, per lo più riguardanti tre tipi di criticità, tra le quali i problemi legati al carsismo e al rischio idrogeologico. Nessuno può sbilanciarsi ulteriormente in quanto non esiste ancora un documento ufficiale. Occorre però evidenziare che l'iter non è stato sospeso, solo rallentato, e che questo tipo di richieste generalmente rientrano nella prassi». Una prassi che però si è concretizzata solo al Via nazionale, e che ora pare rimettere in discussione anche i tempi, gli stessi che per prevedevano la definitiva approvazione del progetto per la fine del 2013. «Qualsiasi richiesta di approfondimento è ben accetta - spiega Luca Ferazzoli, presidente della Comunità montana del Brenta - soprattutto se finalizzata a tutelare il territorio. L'opera prevista è senza dubbio imponente, anche per questo è opportuno soffermarsi con criterio su ogni problematicità rilevata». I comitati delle frazioni a nord di Valstagna, che a marzo dell'anno scorso furono i primi a presentare il progetto in Valbrenta attraverso un incontro pubblico, chiedono accesso ufficiale agli atti e si preparano ad approfondire la questione. «Ci fa piacere che la commissione nazionale abbia approfondito le tematiche in modo più tecnico rispetto alla valutazione approvata dalla commissione regionale - spiega Diego Lazzarotto, portavoce delle frazioni -. Chiederemo che il documento ufficiale sia reso pubblico, in modo che, se necessario o utile, ci venga data la possibilità di presentare controdeduzioni o eventuali integrazioni, che a questo punto incontrano anche il benestare delle tempistiche. Crediamo che la commissione nazionale abbia dimostrato di aver lavorato in coscienza, in quanto anche per una zona come i Fontanazzi di Solagna una richiesta di approfondimento era a nostro parere assolutamente dovuta».
Francesca Cavedagna